Le origini della Jaguar XK8 (e della Aston Martin DB7)

Risulta evidente a tutti che la Jaguar X100 (XK8 e XKR) e l’Aston Martin DB7, due della auto più belle e certamente più british della fine degli anni ’90 e primi anni 2000, sono estremamente simili nelle forme e nella linea.

Alcuni erroneamente credono che si tratti della stessa vettura con differente marchio, ma in realtà effettivamente c’è una forte parentela.
Entrambe sono derivate dalla Jaguar XJS e sebbene non siano sorelle si possono definire cugine.
La storia ci racconta che alla fine degli anni ’80 la Jaguar XJS sembrava aver raggiunto l’apice della sua vita: era stata introdotta nel 1975 e necessitava di un erede. Tra l’altro non aveva pienamente soddisfatto i jaguaristi che le imputavano il peccato di non avere sostituito in maniera degna la tanto amata E-Type.
Fu in quel momento che si iniziò a mettere le basi per la sua erede, che avrebbe però dovuto essere più in linea con il design di Jaguar. Fu così che dalla penna di Keith Helfet nacquero i prototipi XJ41 e XJ42 (Coupe e Convertible) che erano essenzialmente una versione sportiva della XJ40 allora in produzione.
Ma il progetto venne cassato dalla Ford che nel frattempo aveva comprato la Jaguar dalla British Leyland. La priorità per Ford era un’altra: quella di rendere le Jaguar più affidabili. Quindi il management decise di dedicarsi all’aggiornamento della fabbrica di Browns Lane e di allungare la vita della XJS che infatti restò in produzione fino al 1995.

Ma il progetto della XJ41 era affascinante e venne ripreso in mano da Tom Walkinshaw (a capo della TWR) che ingaggiò Ian Callum per trasformare la concept car in un’auto da produrre.
La XJ41 quindi non divenne la Jaguar XK8 ma, uscita dalla porta, rientrò dalla finestra con il brand Aston Martin, anch’essa detenuta dalla Ford (che la comprò nel 1988 per rivenderla nel 2007).
Ma anche la Ford capì che la Jaguar XJS non poteva durare in eterno così nel 1992 misero in cantiere un concorso interno per disegnarne l’erede che doveva essere basata sul pianale della XJS e montare un il nuovo motore AJV8. AL concorso furono invitati i designer di tutto il gruppo Ford: l’American Dearborn Studio, gli italiani di Ghia e, ovviamente, il team di design Jaguar guidato da Geoff Lawson e che aveva tra i suoi componenti anche quel Keith Helft che aveva disegnato la XJ41.
Fu proprio il design britannico ad avere la meglio su quello proposto dagli italiani e dagli americani. Keith Helfet ha dichiarato a Jaguar World (numero di marzo 2014): “Dopo aver disegnato altre due vetture sportive, sapevo esattamente cosa volevo disegnare. E infatti la forma dei finestrini laterali era molto simile alla XJ220”.
Ma, dopo averla disegnata, Keith Helfet non volle anche guidare il team che si sarebbe occupato di portare l’auto dalla fase di design a quella di produzione. Così Helfet passò il lavoro a Fergus Pollok che dichiarò che l’auto doveva avere un aspetto tipicamente anglosassone, doveva far pensare che fosse stata costruita su una ruota inglese (la ruota inglese è un pezzo di equipaggiamento che può essere utilizzato nella lavorazione dei metalli per creare curve composte, come quelle che si vedono nei parafanghi di un’auto, in lamiere piane).

Geoff Lawson
Keith Helfet
Fergus Pollok

Ecco perché la X100 (Jaguar XK8) e l’Aston Martin DB7 sono così simili esteticamente: sebbene siano state disegnate da due team diversi entrambe riprendono le linee della XJ41.

Le due auto però sono molto diverse nello stile degli interni e nella guida: contrariamente a quello che ci si può aspettare, però, è la XK8 ad avere gli interni più opulenti e raffinati grazie all’uso della pelle (di cui c’è abbondanza anche sulla DB7)  e soprattutto grazie all’ampio uso di radica di noce nel cruscotto, con quella forma ormai mitica che viene chiamata Ala di Spitfire (spitfire wing).

C’è grande differenza alla guida però: la Aston Martin DB7 monta motori a 6 o 12 cilindri mentre la XK8 monta solo motori V8; la DB7 è disponibile con cambio manuale (sebbene sia molto raro trovarla così), mentre la XK8 solo cambi auomatici, sebbene il famoso J-Gate permetta di utilizzarlo in modalità semi automatica (o sarebbe meglio dire semi manuale).

Spitfire wing interni jaguar XK8
Spitfire Wing